Chieti - I gay non possono donare sangue all'ospedale di Lanciano. A denunciarlo è stata pochi giorni fa l'associazione Jonathan. L'Asl locale sottopone a coloro che si avvicinano alla donazione del sangue un documento recante i 'criteri di esclusione alla donazione'.
Tra i primissimi punti di un elenco di 11 condizioni che precludono all'aspirante donatore di offrire al prossimo il proprio sangue si legge, al numero 2, la dicitura: "Rapporti omosessuali", quasi a voler intendere che il sangue di una persona gay sia infetto o rischioso a prescindere.
Fattore da tenere in considerazione potrebbe essere eventualmente l'avere rapporti non protetti, ma non ha senso la distinzione tra rapporti sessuali etero o omosssuali.
Questo divieto, discriminatorio e sideralmente distante dalle più elementari conoscenze medico scientifiche in tema di trasmissione delle malattie a contagio sessuale, non è una particolarità della città di Chieti: << Magari lo fosse >> ci verrebbe da dire.
Della scorsa settimana è la notizia di un ragazzo respinto come donatore di sangue al policlinico Umberto I di Roma e sono ancora molte, moltissime, le agenzie sanitarie italiane ed estero che applicano questo barbaro criterio, impedendo ai membri della comunità LGBT questa iniziativa solidaristica e filantropica.
Il divieto di donazione del sangue per persone omosessuali è una poltica datata, medicamente irrazionale e socialmente sconveniente. Vorremmo farvi riflettere sul fatto che l’Italia ha una grave carenza nella donazione di sangue e buona parte del materiale ematico viene importato dall’estero.
La possibilità per gli omosessuali di donare il sangue fu stabilita da un decreto dell’allora ministro Veronesi, nell’aprile 2001, su richiesta della commissione per i dritti civili del ministero delle pari opportunità. Ma come è più volte emerso nella cronaca questo decreto non è stato applicato.
Nel giorno in cui Certi Diritti chiede che nella discussione in Commissione Giustizia sulle unioni di fatto, vengano abbinate le 2 proposte sul matrimonio civile (firmate Rita Bernardini e Anna Paola Concia) e la proposta di legge dei Radicali, prima firmataria Rita Bernardini, che propone una riforma complessiva del diritto di famiglia che include anche la regolamentazione delle Unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso, noi ci troviamo a diffondere questa ennesima notizia di discriminazione. A voi trarre le conclusioni
Dona tu, perchè io non posso !
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