Il
ministro dei diritti umani tunisino attacca una rivista durante l'intervista condotta il 4 Febbraio dal presentatore Samir
El-Wafi, in un noto programma televisivo. Secondo
Samir Dilou "la libertà di espressione ha i suoi limiti", il ministro si è detto concorde nell'affermare che l'omosessualità è una "perversione" che dovrebbe essere trattata con una terapia medica.
Dilou: 'Questo Paese ha la sua storia, patrimonio culturale, religione e costumi. Abbiamo bisogno di rapportarci con tutto quello che si fonda in tali basi.'
El-Wafi: 'Non possiamo negare che questo fenomeno di perversione sessuale esiste, dovremmo negare a queste persone un mezzo di espressione ?'
Dilou: 'Sì, la libertà di espressione ha dei limiti.'
'Essi vivono come cittadini, ma devono rispettare le linee guida istituite dalla nostra religione, il patrimonio culturale e la civiltà.'
'Non sono a conoscenza del fatto che questa rivista abbia chiesto un permesso editoriale o meno, ad ogni modo io sono contrario, pur essendo il ministro dei diritti umani.'
L'intervista si è conclusa quando si è ventilata l'ipotesi che l'orientamento sessuale sia un diritto umano. Si è conclusa ironicamente, su questa affermazione a loro parere risibile. Il tutto ha dell'incredibile, ma è pura verità.
L'attacco a Gayday Magazine arriva dopo un mese di scandali che hanno portato le tematiche gay in primo piano in Tunisia. Il direttore della rivista ha dovuto affrontare minacce di ispirazione religiosa, d'odio e morte.
La situazione attuale ha radici di lungo corso, una sedimentazione d'omofobia avvenuta nel tempo. Le campagne elettorali post-rivoluzionarie hanno visto l'omosessualità usata come arma politica tra i vari gruppi in lotta per il potere nella nuova Tunisia. I sostenitori del partito governante, Ennahda, hanno utilizzato tattiche di paura, discriminatorie, asserendo che i partiti liberali e laici avrebbero legalizzato i diritti gay e il matrimonio fra persone dello stesso sesso qualora avessero vinto. Si sono beffati di questi partiti paragonandone i raduni ai gay pride, con toni di ribrezzo. Un'ombra minacciosa è stata disegnata in Tunisia alle spalle di lesbiche, comunità gay, bisessuali e transgender, abituati fino ad ora ad essere trascurati, piuttosto che al centro del dibattito pubblico.
Scandali sessuali e panico
Nonostante
il clima di incertezza, la rivista Gayday, che sostiene di essere la prima testata online dichiaratamente omosessuale della Tunisia, venne lanciata nel Marzo 2011. Inizialmente ha ricevuto poca attenzione. Quando due scandali hanno colpito esponenti di spicco del governo, guidato ad interim dal partito Ennahda, tre settimane fa, tutto è cambiato. Il
primo scandalo è stato il rilascio del fratello del ministro della
Giustizia, accusato di aver violentato un ragazzino. Il
secondo, verificatosi pochi giorni dopo, è un video pubblicato su
internet, da un attivista di sinistra, che vedeva il ministro Ali Laarayedh in un atto erotico con
un compagno negli anni '90. Tali eventi hanno dato all'opposizione l'opportunità di utilizzare, anch'essi, l'odio conto i gay; questa volta per screditare il partito al potere. Violente reazioni omofobe rapidamente si sono diffuse in tutto il cyber-spazio tunisino. Omofobia come arma politica.
Magazine Gayday 'maledetto'
Un paio di pagine Facebook sono apparse con titoli provocatori. Ad esempio, la pagina 'Tunisie', che ha quasi 900.000 fans, ha pubblicato un aggiornamento in cui si diceva: "'In Tunisia è edita una rivista per froci", tale post ha ricevuto 423 osservazioni ed è stata condiviso 116 volte finora. La maggior parte dei commenti sulla pagina sono omofobi. Tra questi: 'la maledizione di Dio su di loro', 'Questo è quello che sostengono gli attivisti di Freedom Call, la perversione e l'adulterio, in nome della libertà di espressione' e 'La democrazia che abbiamo è eccessiva e ridicola. Siamo in un paese musulmano e una rivista come questo è intollerabile!'.
Samir El-Wafi, giornalista e presentatore televisivo noto per il suo celebre tabloid, per le tecniche di intervista roboanti unite al contenuto omofobo, ha pubblicato la copertina della rivista sulla sua pagina di Facebook (con oltre 75.500 fans), con la didascalia della descrizione che segue: 'In caos di libertà di espressione e liberando i media, è stata pubblicata la prima rivista tunisina per froci'.
'Abbiamo bisogno di un ulteriore conflitto, perché una piccola minoranza esprime la sua perversione ? ... non curandosi dei sentimenti e delle credenze religiose di una maggioranza ?'
'Oggi una rivista, domani un'orgogliosa marcia, poi il matrimonio gay ... e poi chi lo sa ?'
Il post ha ottenuto 381 mi piace, 124 commenti e 165 condivisioni.
Fadi il giorno dopo ha ricevuto messaggi carichi di odio e minacce di morte.
Uno è da parte di qualcuno che si identifica come 'Emna': 'Tu sei uno zero. A noi non frega un ca*** di te. Dovresti essere escluso dalla costruzione del Paese. Questo è così immorale, chiamare aiuto in difesa di persone sporche. Dio non ti perdonerà. Hai bisogno di andare in visita da psichiatri, non di fondare una rivista. Vergogna su di voi'
E 'Aymen' posta sulla pagina di Facebook di Gayday Magazine questo: 'Tu sei morto, non venire in Tunisia, frocio. Anche l'inferno sarebbe disgustato di averti!'
C'è, però, qualche commento positivo. Uno dice: 'Ho visto il link su Facebook e sono stato molto felice di vedere la nascita di questa rivista. Mi complimento per questa sfida e per cercare di oltrepassare tutti i tabù e pregiudizi omofobi. E' davvero un peccato vedere una mentalità così ristretta. Comunque, complimenti e buona fortuna.'
La situazione, per le persone LGBT, anche in Tunisia rimane difficile, centinaia di ragazzi e ragazze ricevono minacce di morte, on-line e non. Secondo alcuni meritano di essere uccisi, impiccati o bruciati in pubblico. Com'è possibile ?
Come si può negare che i diritti di questi individui, di un qualsiasi individuo, siano diritti umani ?
Purtroppo, come denunciamo da tempo, sia il partito islamista sia le opposizioni laiche stanno utilizzando l'omofobia come strumento di attacco politico, complicando ancora di più la vita alle persone LGBTQ*... (link: Tunisia, abusi nella faida della battaglia politica)
RispondiElimina